sabato 11 gennaio 2020

#33- La sintesi finale

Ho sempre pensato a questo progetto non come ad un blog, ma come ad un viaggio.
Un viaggio che parte dalle mie radici, dalla città di Ancona che incanta chiunque la visiti con la sua vista sul mare: ecco perché ho scelto come luogo specifico il porto, fulcro dello sviluppo di tutta la città. Essendo molti i visi perplessi delle persone quando alla domanda "Da dove vieni?" rispondo "Ancona", ho inserito nel mio viaggio esempi di libri e film che rendono omaggio alla mia città, al suo passato, alle cose che la caratterizzano, alla sua bellezza disarmante.
All'inizio di questa avventura il mio obiettivo era quello di far conoscere Ancona a chi avrebbe letto il mio blog, ma in realtà con mio grande piacere ho scoperto ed imparato nuove cose al riguardo anche io, soprattutto attraverso la lettura di "Guasco" un libro che non solo cita, ma ambienta la sua narrazione ad Ancona.
E' un luogo pieno di storia, di miti e leggende, ma soprattutto è un luogo di sopravvivenza: il porto ha permesso il commercio e la pesca, principali mezzi di sostentamento dei miei antenati che come potete immaginare erano per la maggior parte pescatori. Per questo quando mi è stato chiesto di identificare un oggetto tipico del luogo, ho scelto come "Cicerone" del mio, anzi del nostro, viaggio il fedele compagno di lavoro, avventure, fatiche e viaggi, dei pescatori anconetani: il coltello anconetano.
Siamo partiti da un'analisi dei diversi nomi della cosa, che ci dà una sua prima idea, delineata poi dai proverbi sul coltello, oggetto che si presta molto all'uso di metafore e simboli, come possiamo vedere nella poesia di Erri De Luca. Dopo avere incontrato la terra dell'analisi linguistica il nostro viaggio è proseguito verso un'analisi materiale della cosa, guardando quindi alla tassonomia, all'anatomia, ai materiali del coltello. Durante il tragitto tra una terra e l'altra non sono mancate le chiacchiere tra di noi: c'è chi ci ha raccontato dei primi coltelli a serramanico inventati (brevetti), chi appassionato al riguardo ha ipotizzato di aprire un museo specifico dell'oggetto, chi ancora ha fantasticato su un'evoluzione futura della cosa.
Il nostro Cicerone, il coltello anconetano, ha voluto andare oltre la semplice presentazione di se stesso come oggetto; tramite concetti, parole, azioninumeri e lettere ad esso associato ci ha fatto conoscere diverse realtà che sembravano distanti da esso ma che sorprendentemente in qualche modo sono invece a lui collegate.
E' grazie a questa apertura mentale che abbiamo scoperto come il coltello sia protagonista in diverse forme d'arte: la pittura, il fumetto, la musica, il cinema ed addirittura la cucina.

Il nostro viaggio ha percorso l'ultimo tragitto sotto un punto di vista più pragmatico della cosa tramite una sua analisi tecnica e il suo uso quotidiano in casa.
Arrivando a destinazione, per non dimenticarci di questa fantastica avventura, il nostro Cicerone ha regalato ad ognuno di noi come souvenir un francobollo finlandese che riporta come immagine proprio un coltello.

#32- Le azioni della cosa

Tagliare : uso più comune del coltello

Ricucire: il coltello anconetano veniva usato per la ricucitura delle vele delle imbarcazioni adibite alla pesca

Sbrogliare: lo sbroglio di nodi troppo stretti veniva effettuato proprio con questo arnese

Incidere: un uso, non primario, del coltello è anche quello di incidere sul legno ad esempio



#31- L'ABC della cosa

A come AMO : oggetto fondamentale per la pesca, attività in cui veniva usato maggiormente il coltello anconetano


B come BUE: il coltello anconetano è caratterizzato dalle guance in corno di bue

C come CENACOLO: il famoso mistero del coltello generato dall'opera di Leonardo Da Vinci, spiegato nello step #19


D come DAVIS: G. H. DAVIS fu uno degli inventori dei primi coltelli a serramanico nel 1895 come già detto nello step #20

E come ESPLORATORE: nome attribuito allo scout tra gli 11 e i 16 anni che ha come fedele compagno proprio il coltellino, come riportato nello step #25

F come FAIMAN: Peter Famain, regista di Crocodile Dundee, pellicola con la famosa scena del coltello. Se ve la foste persa ecco il link allo step in cui ne parlo

G come GUANCE: elemento del coltello

H come Higonokami: antico coltello pieghevole giapponese nato nel 1896 nell'epoca Miji


I come IPERTONIA :  L'ipertonia è un aumento patologico del tono muscolare che causa il fenomeno del "COLTELLO A SERRAMANICO". Questo segno si manifesta come un irrigidimento che rende difficoltoso l'allungamento passivo dei muscoli.
L'ipertonia piramidale colpisce i muscoli flessori degli arti superiori e gli estensori degli arti inferiori: se il medico tenta di muovere un arto del paziente, s'instaura una resistenza che aumenta progressivamente, fino a cessare all'improvviso non appena si rilascia la parte (rigidità spastica con fenomeno del “coltello a serramanico”).

L come LAMA : parte fondamentale del coltello, in particolare nel nostro caso la lama è "alla romana"

M come MOSCIOLI: nome anconetano dei molluschi conosciuti come cozze, la cui pulizia viene fatta anche tramite un coltello.

N come NODO: uno degli usi principali del coltello anconetano era proprio quello di sbrogliare le reti da pesca dai nodi.

O come OMICIDIO: una delle armi più usate sin dai tempi più antichi per compier atti violenti.

P come PESCA: attività in cui il coltello anconetano è da sempre principalmente coinvolto e per la quale è fondamentale.

Q come QUECHA: questo famoso marchio ha messo in commercio un coltellino pieghevole multifunzione.

R come RETI: il coltello anconetano veniva come già ampiamente detto utilizzato per lo sbroglio delle reti da pesca

S come SCOUT: come già detto nello step #25 il coltellino è un amico inseparabile di ogni scout

T come TRADIZIONE: il coltello anconetano è sicuramente un elemento caratteristico della città che fa parte della sua tradizione.

U come UFFICIALE: il coltellino svizzero viene anche chiamato "coltello dell'ufficiale", brevettato da Karl Elsener nel 1897

V come VELE: un altro uso del coltello anconetano era proprio quello della ricucitura delle vele delle imbarcazioni

Z come ZUAVA: coltello molto antico con raggio d'uso molto ampio, veniva infatti impiegato sia per la caccia che per lo scuoio, sia per lavori in campagna che per lavori in casa.



giovedì 9 gennaio 2020

#30- La scienza e la tecnica della cosa

Analizzare il coltello anconetano dal punto di vista fisico o chimico non semplice poiché stiamo analizzando uno strumento nato molti anni fa per opera di artigiani, quando molti processi chimici e fisici non erano ancora conosciuti. 
Tuttavia il sostantivo "coltello" nel mondo della fisica, pur non riferendosi specificamente a quello analizzato in questo blog, ha due significati particolari che durante la mia ricerca a riguardo ho trovato interessanti: si parla del coltello della bilancia, ovvero il prisma di pietra dura o d'acciaio uno spigolo del quale serve per l'appoggio del giogo, nel punto di mezzo di questo o anche del coltello di un interruttore o commutatore, per indicare la lamina che, penetrando in appositi dispositivi elastici, determina contatti di chiusura.

Per quanto riguarda invece la tecnica di produzione, al giorno d'oggi il web è invaso da video tutorial su come costruire autonomamente un generico coltello a serramanico con materiali presenti in ogni casa o comunque facilmente reperibili.
Vi lascio quindi un link: Tutorial

#29- I numeri della cosa

L'associazione degli oggetti o del loro uso ai numeri porta immediatamente il pensiero alla famosa smorfia napoletana.
Come è ben noto il coltello in questa suddivisione è associato al numero 41.
Ma i numeri del mio oggetto possono essere anche altri:
350, il numero di anni che intercorrono tra oggi e il suo anno di produzione
1, sia come la vite che fissava la molla al dorso del manico in corno di bue ma anche per la sua unicità
30, come la convenzionale lunghezza massima (in centimetri) del coltello aperto.



#28- Il protagonista della cosa

Il protagonista della cosa, come potete ormai ben immaginare, è il pescatore.
Il pescatore ha come migliore amico il coltello solitamente a serramanico, nel caso del pescatore della costa anconetana, il suo fedele compagno è proprio il coltello anconetano.
Il suo uso si ritrova in tutte le azioni quotidiane del protagonista come lo sbroglio dei nodi sulle reti da pesca, la recisione di quest'ultime fino ad arrivare alla ricucitura delle vele.
E' impossibile quindi accostare questo strumento ad un altro personaggio, poiché nato proprio per rispondere alle necessità della figura del pescatore.

#27- Il museo della cosa


Sarebbe interessante ripercorrere l'evoluzione dei diversi tipi di coltello a serramanico. Si potrebbe partire dall'antichità, dalle prime forme di armi che gli uomini usavano per la difesa e per la caccia, per poi osservare la loro evoluzione nei vari tipi di coltello.
Si riscontrerebbe una suddivisione in categorie in base alla finalità dell'uso dell'arnese: coltello da cucina, coltello da caccia, coltello per la difesa fino ad arrivare anche al nostro coltello anconetano caratteristico e fondamentale per i pescatori ed i loro lavori quotidiani.
E' quindi un progetto basato sulla storia dell'uomo e delle sue necessità che si sono evolute e modificate con il tempo a pari passo con la società in cui viveva.

#26-La cosa nei francobolli



Francobollo commemorativo finlandese del 1976 con motivo centrale di un antico coltello da viaggio accompagnato da una cintura con raccordi in bronzo

Paese di emissione: Finlandia
Anno: 1976
Validità: dal 3.05.1976 al 31.12.2011


#25- La cosa a casa

Pur non possedendo personalmente il tipico coltello anconetano, una realtà da sempre presente nella mia vita mi ha avvicinato ad un altro coltello a serramanico.
All'età di 7 anni infatti sono entrata nel gruppo scout del mio quartiere; dall'età di 11 anni fino ai 16 il percorso si svolge nella branca del "reparto"dove il coltellino diventa un elemento inseparabile per ogni scout.
Ho vissuto personalmente esperienze dove il suo uso è stato fondamentale: al campo estivo ogni squadriglia (sezioni in cui il reparto è diviso) deve costruire autonomamente il proprio "angolo" che comprende il tavolo, l'angolo cucina e la tenda.
Il tavolo e l'angolo cucina in particolare vengono costruiti con tavole di legno e pali: è quindi fondamentale la presenza di un coltellino a serramanico (ce ne sono di diversi tipi utilizzabili) per sfruttare al meglio l'utilizzo delle corde necessarie per legare assieme i diversi elementi per la costruzione del proprio "angolo di squadriglia".

Un altro uso del coltello che ho sfruttato durante i miei anni di scoutismo è quello in cucina. Attenzione però, non parlo del taglio dei cibi, ma della costruzione di appositi bastoni che inseriti in fori applicati a un bidone di metallo servono per sorreggere le diverse pentole con cui cucinare. E' necessario levigare con il coltellino questi bastoni in modo da renderli adatti agli appositi fori.
Se vogliamo andare ancora di più nello specifico della mia esperienza personale vi racconto un aneddoto: ad ogni campo estivo il mio gruppo ha sempre organizzato la famosa "trappeur". Si tratta di una cena a base di carne cotta con lo stesso principio della "grigliata"; non avendo però gli agi di tutti i giorni si svolge in modo diverso: scaviamo delle buche nel terreno e al loro interno accendiamo il fuoco.
Dove viene posta la carne da cucinare? Ecco qua che entra in gioco il coltellino scout: si cercano dei bastoni che il territorio offre e tramite questo arnese vengono levigati e appuntiti in modo da poter infilare diversi pezzi di carne in essi. Questi bastoni poi vengono, se abbastanza lunghi, appoggiati sulle due "sponde" delle buche fatte sul terreno, altrimenti tenuti in mano sopra di esse e girati periodicamente affinché la carne si cucini al punto giusto.

Come potete vedere, il coltellino è un arnese con cui sono da sempre stata in confidenza e che è stato fondamentale in diverse esperienze della mia vita.




mercoledì 8 gennaio 2020

#24- La cosa nel cinema

Sono molti i film in cui la figura del coltello compare ed è protagonista. Ho deciso di proporne due: un grande classico e una pellicola invece più recente.

"Crocodile Dundee" : film del 1986 diretto da Peter Faiman e con soggetto protagonista Paul Hogan.
Come dimenticare la famosa frase "That's not a knife. This is a knife." (Quello non è un coltello. Questo è un coltello.)
Per chi non avesse buona memoria ecco qui il clip della scena : That's a knife



"Kick-Ass": film del 2010 diretto da Matthew Vaughn è un adattamento cinematografico
del fumetto omonimo "Kick-Ass" ideato da Mark Miller.
Ecco la famosa scena del "birthday present", che potete ben immaginare di cosa si tratti: Birthday present


#23-La cosa nella letteratura

Fai come il lanciatore di coltelli,
che tira intorno al corpo.
Scrivi di amore
senza nominarlo,
la precisione sta
nell’evitare.
Distràiti
dal vocabolo solenne,
già abbuffato,
punta al bordo, costeggia,
il lanciatore di coltelli
tocca da lontano,
l’errore è
di raggiungere il bersaglio,
la grazia è
di
mancarlo.

Erri De Luca

Ecco a voi una poesia dal libro "L'ospite incallito" di Erri De Luca pubblicato nel 2008. E' bello vedere come l'autore accosti uno strumento come il coltello, spesso associato alla violenza, invece  all'amore; e lo fa con una delicatezza e sensibilità disarmante.
Riporto una riflessione trovata sul web a proposito di questa poesia, in cui mi ritrovo molto:
"A volte, solo il linguaggio della poesia può esprimere certe sensazioni, certe emozioni, e certe attitudini che sono proprie della vita. La bellezza della poesia è che rende consapevoli, cambiando modo di vedere, modificando l'angolazione del punto di vista, un comportamento di cui l'essere umano non riesce a cogliere l'essenza. Difficilmente avevo mai sentito parlare di amore in questi termini, e la cosa mi ha subito rapito, come se fosse la più naturale del mondo. Perchè in realtà lo è."

#22-La cosa nei fumetti



In questo estratto di "Topolino e la leggenda del panettone" di Bruno Sarda e Massimo de Vita, pubblicato su Topolino n.1620 nel dicembre 1986, troviamo l'immagine di un coltello usato da Gian Galeazzo Visconti per tagliare il panettone contenente a sorpresa il modellino del Duomo presentato dagli imprevedibili Topolino e Pippo.


#21- La cosa nella musica

Pocket Knife - PJ Harvey

"Please don't make my wedding dress
I'm too young to marry yet
Can you see my pocket knife?
You can't make me be a wife
[...]
I don't want to be tied down
White material will stain
My pocket knife's going to shiny blade"

lunedì 6 gennaio 2020

#20- I brevetti della cosa

Il coltello anconetano rientra nella categoria dei coltelli a serramanico, più in generale in quella dei coltelli tascabili.
Ci sono innumerevoli brevetti che li riguardano; ho deciso di proporne due dei primi a livello temporale:
Brevetto del 1881
Oggetto: Pocket knife
Inventore: E. D. Chamberlain
Anno di pubblicazione: 22.11.1881
Numero di riferimento istituzionale: US249896A



Brevetto del 1895


Oggetto: Pocket knife
Inventore: H. W. Shonnard, G. H. Davis
Anno di pubblicazione: 10.12.1895
Numero di riferimento istituzionale: US551052A


Il coltello anconetano è come già detto in precedenza un arnese tipico dei pescatori dell'Adriatico; è quindi immediata la sua associazione con gli ami da pesca.
Ecco un brevetto del 1876:
Brevetto 1876

Oggetto: Trolling-hooks for fishing
Inventore: H. C. Brush
Anno di pubblicazione: 22.081876
Numero di riferimento istituzionale: US181308A

#19- La cosa nell'arte

Rispolverando le conoscenze acquisite durante le ore di Storia dell'Arte al liceo, la prima associazione tra coltello e opera pittorica è senza dubbio il capolavoro del "Cenacolo" di Leonardo Da Vinci.
Nell'opera infatti è presente, dietro la figura di Giuda, una mano che brandisce un coltello e che, prima degli ultimi restauri necessari a causa della fragilità della soluzione pittorica adottata da Leonardo Da Vinci, sembrava priva di proprietario, ovvero non sembrava appartenere a nessuno dei personaggi. 
Si crea proprio attorno al coltello in questione un vero e proprio dibattito: di chi è la mano che sbuca dietro la schiena di Giuda? Quale apostolo, secondo Leonardo, doveva tenere un coltello nella mano destra?
Riporto una spiegazione più dettagliata di un esperto:
"Come in fondo è ben noto, la mano risultava, prima dell'ultimo restauro, priva di proprietario, non pareva cioè appartenere a nessuno dei personaggi del dipinto mentre i moderni restauratori l'hanno adesso appiccicata, con un assurdo contorcimento contrario ad ogni legge anatomica, al povero Pietro approfittando del fatto che era l'unico di cui non era visibile la mano destra.Bene, questa situazione contradditoria (mano solitaria e mano appiccicata a Pietro) non ha mai goduto di una spiegazione critica plausibile.Cosa è accaduto allora? Perchè prima dei restauri la mano era invece indipendente da qualsiasi personaggio?                                       Sicuramente un’ampia zona dell’affresco cedette proprio in questa zona già pochi anni dopo che il nostro genio aveva terminato l'opera (di questo ben si accorsero restauratori antichi e moderni) e si cancellò il braccio a cui la mano apparteneva, lasciandola lì, solitaria e misteriosa. Accadde  allora che a un pittore, chiamato a reintegrare il dipinto, non riuscendo a capire a chi attribuire quell’arto, sembrasse logico inventarsi un braccio insensato che ricongiungesse la mano all'unico personaggio privo della mano destra. Solo questo può spiegare sia l'assurdo congiungimento che non possiamo attribuire al Leonardo (maestro insuperabile di anatomia) sia il fatto che tutte le copie dell'affresco presentino questo braccio sconsiderato. 
 Questo sconosciuto pittore capì anche perfettamente che non poteva dipingere tale nuovo braccio di Pietro così atteggiato senza dargli un punto di appoggio: solo un appoggio-compressione nella zona del polso poteva dare una parvenza di logica al collegamento dissennato tra la mano e il braccio, decise allora di appoggiare il polso al fianco di Pietro, in una posizione di compressione che desse una parvenza di plausibilità al contorcimento, ma la postura risultava lo stesso non possibile in quanto Pietro si trovava dietro all’apostolo alla sua destra (quello con le mani alzate) e mai la mano col coltello sarebbe potuta arrivare sin sul tavolo essendo appoggiata ad un fianco così arretrato. A questo punto, per porre rimedio all'incongruenza, il pittore-restauratore decise di spostare Pietro in primo piano collocandolo tra i due apostoli seduti, e per fare ciò, oltre a dipingere il braccio falso, trasformò l'interno manica giallo del braccio sinistro dell’apostolo alla sinistra (per chi guarda) di Pietro (interno manica ben visibile prima dell'ultimo restauro, FIG. 7), in un lembo di mantello avvolto alle terga di Pietro medesimo ed ottenne così l'avanzamento del corpo di Pietro ed il suo insensato inserimento in primo piano tra i due apostoli seduti.
Dopo diverse analisi dell'opera originaria e dei restauri si è giunti a una conclusione. La spiegazione di tutto ciò è molto semplice: il pittore-restauratore incaricato di rimettere a posto l’opera, per farci capire che quel braccio di Giuda, così avanzato sul tavolo,era “di restauro”, fece il massimo degli sforzi e dipinse la parte di mantello e, di conseguenza, il braccio falsi con un colore completamente diverso da quello originale che è quello della parte di mantello sulla spalla sinistra dell'apostolo.La soluzione dell’enigma è tutta qui: Leonardo non dipinse mai quel braccio di Giuda sul tavolo, oscenamente errato e cromaticamente deficienziale (esattamente come quello aggiunto di Pietro), esso fu opera di un restauratore. Leonardo dipinse un altro braccio, il braccio che congiungeva quella mano fantasma al suo vero, unico ed indiscutibile proprietario: Giuda."



L'opera prima dell'ultimo restauro


La mano prima dell'ultimo restauro, priva di proprietario


La mano dopo l'ultimo restauro


Autore: Leonardo Da Vinci
Data: 1494-1498
Tecnica: tempera grassa, lacche e oli su intonaco
Dimensioni: 460 x 880 cm
Ubicazione: Sana Maria delle Grazie, Milano



Fonte:Link 1


domenica 5 gennaio 2020

#18-La cosa in cucina

Essendo un coltello tascabile, è difficile collocare l'anconetano nel mondo della cucina.
Tuttavia seppur non direttamente usato per la lavorazione dei cibi, è sicuramente un mezzo fondamentale per la raccolta delle materie prime: infatti, come spiegato in precedenza, il coltello anconetano è da sempre usato dai pescatori non solo per lavori come la ricucitura delle vele ma anche per rendere più facilitato lo sbroglio dei nodi che spesso si formano sulle reti da pesca. Quindi, anche se indirettamente, se agli inizi del secolo scorso si poteva gustare il delizioso pesce dell'Adriatico nelle tavole anconetane il merito va in parte anche al coltello in questione che ne facilitava la pesca.
Non si dimentichino poi i nostri famosi "moscioli" che senza l'accurata pulizia tramite questo arnese al tempo non sarebbero stati così gustosi!


sabato 4 gennaio 2020

#17- Una nuvola di nomi

La mano è lo strumento con cui l'essere umano usufruisce dell'oggetto protagonista di questo blog; al suo interno ho inserito i concetti base ad esso legati come corno di bue, molla, tascabile, pescatori ecc. Una nuova parola che probabilmente non vi è ancora nota è "moscioli": ad Ancona si indica con il termine "mosciolo" la cozza, il coltello anconetano è da sempre usato per pulire i "moscioli" prima di essere mangiati.

#16- Una prima mappa concettuale

venerdì 3 gennaio 2020

#15- L'evoluzione della cosa

Il coltello anconetano è un oggetto antico, associato alla figura e al rispettivo lavoro dei pescatori dell'Adriatico, perciò un'evoluzione futura è difficile da immaginare lontano dal luogo di origine. Tuttavia, sarebbe interessante poter modificare il coltello anconetano ampliando il suo raggio d'uso, ovvero producendo una sua variante non tascabile, con le sue stesse caratteristiche ma applicate ad esempio ad un coltello da cucina.
Quindi sarebbe originale produrre sulla falsa riga del coltello anconetano un coltello da cucina in corno di bue.

#33- La sintesi finale

Ho sempre pensato a questo progetto non come ad un blog, ma come ad un viaggio. Un viaggio che parte dalle mie radici, dalla città di Ancon...