lunedì 9 dicembre 2019

#14- La cosa come simbolo

Il coltello è da sempre simbolo di protezione e per questo contenuto in molte leggende popolari:
 per proteggersi dal demone l'alp Mahr, durante la notte i contadini conficcavano il coltello nel soffitto o nel telaio della porta oppure erano anche soliti appenderlo alla culla, come protezione della prole.
Un'altra leggenda dice che la "sposa del vento" (Windsbraut) prende in ostaggio il fieno con la sua tromba d'aria solo un coltello lanciato in essa può sospendere il fenomeno metereologico.
Esiste poi un simbolismo che lega il coltello all'interiorità dell'uomo:secondo valenze che implicano anche significati psicologici, un coltello a lama corta rappresenta le pulsioni istintive, mentre quello a lama lunga è associato a nobiltà di spirito, che è infatti una caratteristica propria di chi nell'antichità portava la spada.

Fonti: Link 1
          Link 2

#13- L'anatomia della cosa


                  Le peculiarità dell'anconetano sono il manico in corno di bue e la molla esterna.

#12- I materiali della cosa

L'Anconetano si differenzia dagli altri coltelli usati lungo la costa adriatica, come l'aquilano e il marinaro, per il suo caratteristico manico prodotto in corno, principalmente di bue.
Un'altra particolarità dell'Anconetano è la molla che è infatti avvitata aderente al dorso del manico, ricordando le fattezze di una molla a cricco, nonostante il meccanismo di apertura sia uguale a quello di una molla semplice.
La lama è invece dello stile "alla romana" con un vistoso sperone sporgente dal manico.

Fonti: coltello anconetano

#11- La tassonomia della cosa

Il coltello anconetano entra nella categoria dei coltelli a serramanico; vediamo quindi i diversi tipi di questa categoria di coltelli.
  


                                      





                                                                               

Mozzetta di Guardagriele                                                                     Gobbo di Guardagriele


    
Gobbo di Loreto                                                                                   Maremmanno


                                              


   San Fratello                                                                                            Saracca Romagnola







Sfilato                                                                                                            Anconetano










domenica 8 dicembre 2019

#10- I proverbi della cosa

"Il coltello si rompe o si sfila quando incontra l'osso; é così la volontà dell'uomo,
 quando vuol dare di punta contro a certe difficoltà, le quali è meglio scansare."

-Proverbio cinese

mercoledì 4 dicembre 2019

#9- I nomi della cosa

Il coltello "anconetano" è unico nel suo genere, come nel suo nome; tuttavia, il sostantivo coltello è così tradotto in diverse lingue e dialetti italiani:

Dialetto abruzzese: cultèlle

Dialetto dell'Emilia-Romagna: cortel, curtél

Dialetto del Lazio: cuertiéglie

Dialetto della Liguria: cotello

Dialetto della Lombardia: cortèl, sgorlàs

Dialetto delle Marche: cortello

Dialetto del Piemonte: cutel

Dialetto della Puglia: curtreddrhu, curtieddu

Dialetto della Sardegna: 'orteddu

Dialetto della Sicilia: cutieddu

Dialetto del Veneto: britoa, cortelo

Inglese: knife (pocket knife)

Francese: le canif

Tedesco: taschenmesser

Portoghese: canivete

Spagnolo: cuchillo de bolsillo, navaja




#8- La cosa

Ancona, specialmente il suo porto, è da sempre stata associata al mare, che la bagna lungo tutta la costa. 
Se si calpesta il suolo anconetano si sente la necessità di proseguire la propria visita a ridosso del mare, della spiaggia, delle scogliere del Monte Conero. 
La vicinanza con il mare è sempre stato un punto di forza per la città; Ancona sin dall'antichità si distingue per il fiorente commercio marittimo ed è tipica del posto la figura del pescatore.
In particolare, i pescatori anconetani erano soliti usare per i propri lavori quotidiani uno speciale coltello chiamato proprio "coltello anconetano".
 E' proprio questo l'oggetto da me scelto come protagonista del blog perché strettamente legato alla parte della mia città che amo, il mare.





lunedì 25 novembre 2019

#7- Un film

Ancona e la sua suggestiva finestra sul mare fanno da scenario al film che ha aperto le porte al Neorealismo italiano: Ossessione.
Il regista Luchino Visconti traduce in pellicola il romanzo "Il postino suona sempre due volte" di James M. Cain portando in scena attori come Clara Calamai e Massimo Girotti e realizzando un capolavoro che costituisce tuttora un pilastro per il panorama cinematografico italiano.

Scheda del film

Titolo: Ossessione
Anno: 1943
Regia: Luchino Visconti
Cast: Clara Calamai, Massimo Girotti, Juan De Landa, Elio Marcuzzo, Vittorio Duse, Dhia Cristiani
Genere: Drammatico
Durata: 135 minuti



                         Elio Marcuzzo e Massimo Girotti che osservano il porto di Ancona dal Colle Guasco

#6- Il nome del luogo

Ancona fu fondata nel 387 a.C. dai Dori, che decisero di stabilirsi nella città proprio per le possibilità che il porto naturale offriva. Il nome della città, originariamente Ankon, significa infatti "gomito" in greco riferendosi alla forma della costa che offriva quindi un riparo strategico dal mare.
Il golfo venne poi sfruttato dai Piceni come luogo di scambi commerciali con i Greci, già nel II secolo a.C.

Sitografia: origine del nome

martedì 19 novembre 2019

#5- Il mito

Ancona è una città ricca di miti e leggende che partono dal Monte Conero fino ad arrivare al mare.

La Grotta degli Schiavi

Luoghi e miti del Conero, le 10 leggende più affascinanti della riviera

La leggenda vuole che una principessa, catturata da pirati durante un abbordaggio nel mare Adriatico, venne portata in questa grotta che si trova poco più a nord dello scoglio delle Due Sorelle. La principessa era la figlia di un nobile veneto e il capitano dei pirati le promise che sarebbe stata liberata solo dopo il pagamento del riscatto. La somma non arrivò mai, la ragazza prima di diventare schiava dei pirati si fuse con le sue stesse lacrime formando una sorgente di acqua dolce ancora oggi presente. Altre interpretazioni la legano ad altre leggende: secondo alcuni ad esempio si tratterebbe della grotta dove la Sirena, con l’aiuto del demone marino, imprigionava i marinai attirati con il suo canto. Si dice anche che passando in barca in quelle zone si possano ancora udire i lamenti dei malcapitati.

Sitografia: Anconatoday


Grotta del Mortarolo

Luoghi e miti del Conero, le 10 leggende più affascinanti della riviera

Un tempo era un rifugio eremitico accessibile dal sentiero del Parco del Conero, ma che è protagonista di una leggenda inquietante: i sassi disposti sul terreno formano la sagoma di un uomo sdraiato a terra e se qualcuno prova a spostarli fa un lavoro inutile: nel corso della notte le pietre, da sole, recupererebbero la posizione originaria.

Sitografia: Anconatoday


Le Due Sorelle


Luoghi e miti del Conero, le 10 leggende più affascinanti della riviera

Esistono diverse varianti sull’origine mitologica dei due faraglioni. La più gettonata è legata alla presenza di una sirena simile a quelle che hanno ammaliato Ulisse nell’Odissea. Il suo compito infatti era quello di apparire ai marinai e attirarli a riva con il canto seducente. Quando i malcapitati giungevano a terra la leggenda vuole che venissero imprigionati in una grotta, la Grotta degli Schiavi. Tutto succedeva con l’aiuto di un demone marino che un giorno venne trasformato in pietra dalla giustizia divina e diviso in due parti. Oggi è ancora là.



Sitografia: Anconatoday


Santa Maria e i 4 Re

Luoghi e miti del Conero, le 10 leggende più affascinanti della riviera

La leggenda vuole che la chiesa di Santa Maria di Portonovo sia stata costruita per volere di 4 re, tutti fratelli, che vivevano in un castello del Poggio. Secondo la mitologia i nobili riuscirono a scongiurare un’invasione di pirati con l’aiuto della Madonna e degli angeli, decisero quindi di ringraziare la Provvidenza regalando ad alcuni monaci un pezzo di terra. Qui venne eretta la chiesa, ma con i monaci venne stipulato anche un patto: avrebbero dovuto combattere al fianco dei re in caso di successivi tentativi di invasione. I religiosi non rispettarono l’accordo e un giorno le loro abitazioni vennero sepolte da una frana. La chiesa rimase intatta fino ai giorni nostri.

Sitografia: Anconatoday

#4- Citazioni


"Il vecchio cuore popolare di Ancona. A destra il quartiere terminava improvvisamente e sotto c'era la grande distesa dell'Arsenale. Più avanti i due antichi Archi, di Clementino e Traiano, proprio sul molo, davanti al mare. A sinistra la città proseguiva: il centro, Capodimonte, la Cittadella lassù in alto. Davanti a tutto, il mare."

Stefano Puliti, Guasco. Una storia popolare, Ancona, 2016 : p. 22

"Via Saffi era scura, i palazzi alti e la strada stretta, il sole era ancora basso per scaldarla un po' sarebbe dovuto arrivare in alto nel cielo. Fabrizio prese a destra e si diresse verso il porto. Già di prima mattina la via era comunque trafficata, le botteghe aperte, mercerie, calzolai, cantine, molta gente era già in giro nella speranza si trovare, così presto, quelle poche cose di cui si aveva bisogno. [...]. Dopo l'arco de Gerì la luce del giorno era forte, Fabrizio passò sotto quella che era Porta Capoleoni e piazza San Primiano lo accolse improvvisamente con il suo ampio spazio, la sua luce, il suono e il profumo del mare. Il fitto reticolo di vie e vicoli conduceva ed era tutt'uno con il porto, quasi a voler sottolineare il legame profondo della città e soprattutto del Guasco, con il mare."

Stefano Puliti, Guasco. Una storia popolare, Ancona, 2016: pp. 24-25

"Fabrizio andò a sedersi al molo a rilassarsi un po'. Erano pochi i pescatori rimasti con le canne sul molo o al lavoro sulle barche. C' era ancora luce ma la nebbia aveva impedito di ammirare il tramonto. Tutto sembrava attenuato: la temperatura, i colori, i rumori, lo sciabordio delle piccole onde del porto. Solo gli odori, erano accentuati: pesce, odore di salsedine, reti e cime impregnate dal mare, alghe, vongole, gusci di moscioli, svuotati e ripuliti dai gabbiani. Profumi. Veri profumi che solo la gente di mare può apprezzare."

Stefano Puliti, Guasco. Una storia popolare, Ancona, 2016: p. 83

domenica 27 ottobre 2019

#3- Un libro

Libro: "Guasco. Una storia popolare"
Autore: Stefano Puliti
Pubblicazione: 2016
Pagine: 219





"Guasco. Una storia popolare" è un libro di Stefano Puliti che racconta le vicende, i sogni e le speranze degli abitanti anconetani del quartiere Guasco e del Rione Porto durante la seconda guerra mondiale. 
Siamo nell'Ottobre del 1943 e l'autore ci porta con sé in un viaggio tra i vecchi vicoli medievali, le strade, gli edifici distrutti dalla guerra.
 Lo scenario principale della vicenda è proprio quello del porto, dove i personaggi del romanzo si recano ogni giorno nella speranza di trovare un lavoro per mantenere la famiglia, delle locande che costeggiano il mare accogliendo pescatori e operai.

sabato 26 ottobre 2019

#2- Le cose

Ancona è da sempre una città legata al mondo della pesca, ecco perché la zona del porto ricopre una grande importanza.
 Calpestando il suolo del porto di Ancona, si riscontrano infatti due realtà contrastanti tra loro attraversando prima la parte del porto turistico e immergendosi poi nell'atmosfera magica del porto antico. Le peculiarità dell'area possono essere riassunte dalle cose a esse legate.




IL COLTELLO ANCONETANO
Visitando Ancona è naturale entrare in contatto con il mondo del mare. 
Il golfo caratteristico della città permise lo sviluppo di un'economia basata principalmente sulla pesca e di conseguenza la popolazione contava molti pescatori. Oggetto peculiare dei pescatori dell'Adriatico e in particolare di quelli di Ancona era un coltello chiamato proprio "anconetano" con cui venivano svolti i lavori di tutti i giorni. 
Questo particolare tipo di coltello, costruito con corno di bue, veniva inoltre acquistato da molti dei "bragozzi", tipici pescherecci della costa adriatica, che attraccavano al porto di Ancona, permettendo quindi la sua diffusione oltre i confini della città.









IL CANNONE DEL CARDETO

La parte del porto antico di Ancona è famosa per il maestoso Arco di Traiano che si incontra lungo il cammino e che apre lo sguardo al mare. Seguendo la strada indicata dall'arco si può ammirare il "Cannone del Cardeto", ovvero la canna di un cannone risalente alla Prima Guerra Mondiale e trovato negli anni '70 sulla spiaggia sotto il colle Cardeto. 
Dopo essere stato restaurato venne quindi posizionato al porto antico di Ancona.

lunedì 21 ottobre 2019

#1- Ancona, il porto

Il porto di Ancona è il primo porto italiano per traffico internazionale di veicoli e passeggeri e uno dei primi dell'Adriatico per le merci; per ciò che riguarda la pesca, i mercati ittici di Ancona sono nel loro insieme al secondo posto nell'Adriatico e al sesto posto in ambito nazionale. 
Il porto è situato nella parte più interna del Golfo di Ancona ed è perciò nel suo nucleo più antico un porto naturale; nel corso dei secoli è stato poi più volte ampliato con opere di protezione.
Il porto di Ancona (sigla internazionale IT AOI) è sede dell'Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Centrale, che comprende anche i seguenti porti di rilevanza regionale: Pesaro, San Benedetto del Tronto, Giulianova, Pescara, Ortona.

Coordinate geografiche: 43° 37′ 39″ N13° 30′ 9″ E


#33- La sintesi finale

Ho sempre pensato a questo progetto non come ad un blog, ma come ad un viaggio. Un viaggio che parte dalle mie radici, dalla città di Ancon...