Ancona e la sua suggestiva finestra sul mare fanno da scenario al film che ha aperto le porte al Neorealismo italiano: Ossessione.
Il regista Luchino Visconti traduce in pellicola il romanzo "Il postino suona sempre due volte" di James M. Cain portando in scena attori come Clara Calamai e Massimo Girotti e realizzando un capolavoro che costituisce tuttora un pilastro per il panorama cinematografico italiano.
Scheda del film
Titolo: Ossessione
Anno: 1943
Regia: Luchino Visconti
Cast: Clara Calamai, Massimo Girotti, Juan De Landa, Elio Marcuzzo, Vittorio Duse, Dhia Cristiani
Genere: Drammatico
Durata: 135 minuti
Elio Marcuzzo e Massimo Girotti che osservano il porto di Ancona dal Colle Guasco
lunedì 25 novembre 2019
#6- Il nome del luogo
Ancona fu fondata nel 387 a.C. dai Dori, che decisero di stabilirsi nella città proprio per le possibilità che il porto naturale offriva. Il nome della città, originariamente Ankon, significa infatti "gomito" in greco riferendosi alla forma della costa che offriva quindi un riparo strategico dal mare.
Il golfo venne poi sfruttato dai Piceni come luogo di scambi commerciali con i Greci, già nel II secolo a.C.
Sitografia: origine del nome
Il golfo venne poi sfruttato dai Piceni come luogo di scambi commerciali con i Greci, già nel II secolo a.C.
Sitografia: origine del nome
martedì 19 novembre 2019
#5- Il mito
Ancona è una città ricca di miti e leggende che partono dal Monte Conero fino ad arrivare al mare.
Grotta del Mortarolo
Le Due Sorelle
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La Grotta degli Schiavi
Luoghi e miti del Conero, le 10 leggende più affascinanti della riviera
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La leggenda vuole che una principessa, catturata da pirati durante un abbordaggio nel mare Adriatico, venne portata in questa grotta che si trova poco più a nord dello scoglio delle Due Sorelle. La principessa era la figlia di un nobile veneto e il capitano dei pirati le promise che sarebbe stata liberata solo dopo il pagamento del riscatto. La somma non arrivò mai, la ragazza prima di diventare schiava dei pirati si fuse con le sue stesse lacrime formando una sorgente di acqua dolce ancora oggi presente. Altre interpretazioni la legano ad altre leggende: secondo alcuni ad esempio si tratterebbe della grotta dove la Sirena, con l’aiuto del demone marino, imprigionava i marinai attirati con il suo canto. Si dice anche che passando in barca in quelle zone si possano ancora udire i lamenti dei malcapitati.
Sitografia: Anconatoday
Grotta del Mortarolo
Luoghi e miti del Conero, le 10 leggende più affascinanti della riviera
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Un tempo era un rifugio eremitico accessibile dal sentiero del Parco del Conero, ma che è protagonista di una leggenda inquietante: i sassi disposti sul terreno formano la sagoma di un uomo sdraiato a terra e se qualcuno prova a spostarli fa un lavoro inutile: nel corso della notte le pietre, da sole, recupererebbero la posizione originaria.
Sitografia: Anconatoday
Le Due Sorelle
Luoghi e miti del Conero, le 10 leggende più affascinanti della riviera
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Esistono diverse varianti sull’origine mitologica dei due faraglioni. La più gettonata è legata alla presenza di una sirena simile a quelle che hanno ammaliato Ulisse nell’Odissea. Il suo compito infatti era quello di apparire ai marinai e attirarli a riva con il canto seducente. Quando i malcapitati giungevano a terra la leggenda vuole che venissero imprigionati in una grotta, la Grotta degli Schiavi. Tutto succedeva con l’aiuto di un demone marino che un giorno venne trasformato in pietra dalla giustizia divina e diviso in due parti. Oggi è ancora là.
Sitografia: Anconatoday
Santa Maria e i 4 Re
Luoghi e miti del Conero, le 10 leggende più affascinanti della riviera
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La leggenda vuole che la chiesa di Santa Maria di Portonovo sia stata costruita per volere di 4 re, tutti fratelli, che vivevano in un castello del Poggio. Secondo la mitologia i nobili riuscirono a scongiurare un’invasione di pirati con l’aiuto della Madonna e degli angeli, decisero quindi di ringraziare la Provvidenza regalando ad alcuni monaci un pezzo di terra. Qui venne eretta la chiesa, ma con i monaci venne stipulato anche un patto: avrebbero dovuto combattere al fianco dei re in caso di successivi tentativi di invasione. I religiosi non rispettarono l’accordo e un giorno le loro abitazioni vennero sepolte da una frana. La chiesa rimase intatta fino ai giorni nostri.
Sitografia: Anconatoday
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#4- Citazioni
"Il vecchio cuore popolare di Ancona. A destra il quartiere terminava improvvisamente e sotto c'era la grande distesa dell'Arsenale. Più avanti i due antichi Archi, di Clementino e Traiano, proprio sul molo, davanti al mare. A sinistra la città proseguiva: il centro, Capodimonte, la Cittadella lassù in alto. Davanti a tutto, il mare."
Stefano Puliti, Guasco. Una storia popolare, Ancona, 2016 : p. 22
"Via Saffi era scura, i palazzi alti e la strada stretta, il sole era ancora basso per scaldarla un po' sarebbe dovuto arrivare in alto nel cielo. Fabrizio prese a destra e si diresse verso il porto. Già di prima mattina la via era comunque trafficata, le botteghe aperte, mercerie, calzolai, cantine, molta gente era già in giro nella speranza si trovare, così presto, quelle poche cose di cui si aveva bisogno. [...]. Dopo l'arco de Gerì la luce del giorno era forte, Fabrizio passò sotto quella che era Porta Capoleoni e piazza San Primiano lo accolse improvvisamente con il suo ampio spazio, la sua luce, il suono e il profumo del mare. Il fitto reticolo di vie e vicoli conduceva ed era tutt'uno con il porto, quasi a voler sottolineare il legame profondo della città e soprattutto del Guasco, con il mare."
Stefano Puliti, Guasco. Una storia popolare, Ancona, 2016: pp. 24-25
"Fabrizio andò a sedersi al molo a rilassarsi un po'. Erano pochi i pescatori rimasti con le canne sul molo o al lavoro sulle barche. C' era ancora luce ma la nebbia aveva impedito di ammirare il tramonto. Tutto sembrava attenuato: la temperatura, i colori, i rumori, lo sciabordio delle piccole onde del porto. Solo gli odori, erano accentuati: pesce, odore di salsedine, reti e cime impregnate dal mare, alghe, vongole, gusci di moscioli, svuotati e ripuliti dai gabbiani. Profumi. Veri profumi che solo la gente di mare può apprezzare."
Stefano Puliti, Guasco. Una storia popolare, Ancona, 2016: p. 83
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